logoexediocesicl-1637012604
vescovo-russotto

facebook
instagram
twitter
youtube
whatsapp
phone
senzatitolo-1
logoexediocesicl

Copyright © 2021 Diocesi di Caltanissetta, Viale Regina Margherita 29, 93100 Caltanissetta. Tel.: 0934 21446​


facebook
instagram
twitter
youtube
whatsapp
phone
ANNO PASTORALE 2024-2025SBAMORDINAZIONE PRESBITERALELOGOS Il Vangelo del 29 settembre 2024Tre Tende... la Parola e la TeologiaGIOVANI ... FRA PAURA E CORAGGIO

CF. 92004790850

NEWS

SelfieWeb.it by Art's Comunicazione

Nella miniera del cuore

03-12-2017 23:00

Diocesi di Caltanissetta

omelie,

Nella miniera del cuore

Nella miniera del cuore Festa di Santa BarbaraSommatino, chiesa Madre, 4 dicembre 2017  1.      La forza della resistenza Vorrei condividere con voi t

Nella miniera del cuore

 

Festa di Santa Barbara

Sommatino, chiesa Madre, 4 dicembre 2017

 

 

1.      La forza della resistenza

 

Vorrei condividere con voi tre pensieri, consegnarveli perché possiate riflettere a partire da essi e anche pregarci. Il primo me lo ha suggerito nel suo saluto padre Domenico e riguarda la fortezza; il secondo, la miniera; il terzo, la riservatezza.

 

Vedete nell’immagine di Santa Barbara questa torre, questa fortezza, che lei tiene nella mano sinistra. Essa, da una parte rappresenta, certo, quella torre nella quale il padre, che era Prefetto e voleva che lei rinnegasse la fede cristiana, l’aveva rinchiusa; dall’altra, indica proprio la fortezza come virtù che Barbara ha saputo dimostrare.

 

La fortezza è la forza della resistenza, è non cedere mai alla resa, neanche dinanzi a calunnie o minacce, ma fare della resistenza la nostra forza. Anzi, come ormai apprendiamo dalle scienze moderne, bisogna riscoprire il valore della resilienza, che non è una semplice resistenza nelle avversità, ma è la capacità di vincere le avversità, è l’intelligenza del cuore che ci consente di non arrenderci alle prove, alle difficoltà, alle minacce della vita, ma di saperle vivere, vincendole.

 

Tutti noi, in un modo o nell’altro, andiamo incontro a piccoli o grandi travagli, piccole o grandi prove e sofferenze; possiamo anche essere oggetto di minacce, o delle calunnie, delle chiacchiere di cui questa città porta la corona come caratteristica qualificante. Bisogna riscoprire con Barbara questo valore della resilienza che ci fa vivere la virtù della fortezza. Bisogna, dunque, trasformare il male in bene, come ci insegna S. Paolo: “Che tu possa vincere il male con il bene”. Non si combatte il male aggredendolo, ma seminandovi dentro il bene, come diceva San Francesco nella sua preghiera: “Dove c’è odio che io porti amore, dove c’è guerra porti pace, dove c’è contesa che porti perdono”. Così si vincono le forze del male.

 

La fortezza è quella virtù che Gesù ci ha mostrato al Getsemani: è il momento più drammatico della prova di nostro Signore; è il momento in cui si sente abbandonato dal Padre e dai discepoli; anzi, uno lo ha tradito, un altro lo rinnegherà, altri, vigliacchi, fuggiranno. Questo rimanere solo dinanzi alla prova ha fatto sudare sangue a Gesù, che ha chiesto al Padre: «Rimuovi da me questo calice» e tuttavia è stato forte: «Non la mia, ma la tua volontà sia fatta». Questa certezza di vincere il male con il bene, di sconfiggere tutto l’odio del mondo con l’amore, lo ha portato fino ad affrontare la prova della croce, della crocifissione, degli insulti, degli scherni.

 

Gesù è l’esempio più alto della fortezza e il martire è il testimone credibile, vero, che segue le orme di Gesù fino a dare la vita per la verità, mostrando fortezza dinanzi alle minacce dei potenti e non piegando mai la coscienza, come ha fatto Barbara, neanche dinanzi a suo padre.

 

A volte i deboli si arroccano dietro il potere, il potere politico, il potere economico, il potere della calunnia o il potere della mafia, ma sono uomini deboli e indegni della loro umanità. Dinanzi a questi deboli bisogna che ci mostriamo forti, forti non solo di quella resistenza che mai cede alla resa, ma forti della fede in una una Speranza crocifissa che fa della resilienza la capacità di risalita, la capacità di vittoria, perché solo i forti sanno vincere le avversità.

 

 

2.  Interiorità e silenzio

 

E veniamo al secondo pensiero: la miniera. Santa Barbara è la vostra Patrona perché Sommatino era una città di minatori, la sua ricchezza veniva dalle miniere. Ci sono due tipologie di miniere: c’è quella subdola, che scava nei bassifondi della malvagità, che è anche la stupidità più becera. E a volte Sommatino ha portato l’emblema di questo tipo di stupidità, seminando calunnie, seminando chiacchiere e vivendo di gelosia e invidia verso chi sapeva riuscire meglio nella vita rispetto ad altri. Difficilmente Sommatino nella sua storia, se non in alcuni momenti, è riuscita ad essere coesa, solidale, compatta. Ma questo è il mio sogno e per questo ho voluto l’Unità Pastorale, per questo motivo avete tre sacerdoti che vivono in piena comunione, nonostante alcuni sommatinesi soffrano nel vedere i sacerdoti uniti.

 

C’è poi un altro tipo di miniera, che penso sia quella che Santa Barbara vuole che noi frequentiamo: è quella miniera che siamo chiamati a scavare nel nostro cuore; è la miniera del silenzio e del raccoglimento, la miniera dell’essere senza apparire, la miniera dell’interiorità.

 

Quanto più Dioscuro, il padre di Barbara, la minacciava, la chiudeva nella torre, tanto più lei si sentiva in compagnia, perché nella sua interiorità aveva scavato una miniera, un luogo così profondo ma così intimo alla sua anima, in cui lei poteva dialogare con il Signore, incontrare e conoscere se stessa e attingere la forza della fortezza e la forza della fede.

 

Dovremmo, dunque, come ho scritto nel mio Messaggio di Avvento, riscoprire in questo tempo di chiacchiere il valore del silenzio; in questo tempo in cui si vive solo per ciò che appare, l’essenza nella sobrietà della vita. E dobbiamo chiedere a Santa Barbara che ci aiuti a scavare una miniera nella profondità della nostra anima, dove lasciarci incontrare dal Signore, lasciarci ferire dalla sua Parola e sperimentare il balsamo della sua misericordia.

 

2.      La virtù della riservatezza

 

Infine il terzo pensiero: la riservatezza. Pare che questa sia stata una delle virtù più rilevanti di Santa Barbara, che non amava sbandierare la fede, ma la testimoniava con la sua vita e al momento opportuno la difendeva con la parola. Santa Barbara ha vissuto la riservatezza, la discrezione. Non ha mai amato mettersi in mostra, non ha mai bramato i primi posti. Se il padre non si fosse così tanto opposto a lei e alla sua fede, tanto da martirizzarla, Barbara sarebbe rimasta una grande santa, una grande donna, ma non avrebbe avuto tutta questa rilevanza.

 

Ma questa è la logica di Dio, questa è la logica del Vangelo: «Chi si umilia sarà esaltato». Chi vive nella riservatezza, nella discrezione, oserei dire nell’umiliazione del nascondimento viene esaltato da Dio. Per questo oggi noi celebriamo Barbara e per questo Barbara è festeggiata, pregata, venerata in tante parti del mondo, perché ha saputo vivere nell’essenziale, nella riservatezza.

 

Figlioli amatissimi, - perché se a volte vi bastono è perché vi amo ed anche la Sacra Scrittura ci insegna, nel Libro dei Proverbi, che un padre che non usa il bastone non ama i suoi figli - questo vorrei, dunque, augurare a tutti voi, questo vorrei consegnarvi: possiate imparare la virtù della riservatezza, nel nascondimento della fede vissuta che brilla per la nostra testimonianza, non per le nostre parole; possiate vivere la dimensione della miniera del cuore, come pozzo abissale di interiorità e luogo di incontro con Dio; possiate trovare nella fede la forza della resilienza, la capacità cioè di vincere il male con il bene, di superare tutte le prove e le avversità della vita, facendo della fortezza la vostra virtù. Solo così sarete davvero devoti di Santa Barbara e darete gioia a Santa Barbara e con lei ai Santi del cielo. Sia lodato Gesù Cristo!

Create Website with flazio.com | Free and Easy Website Builder