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Frammenti del Figlio

23-12-2013 23:00

Diocesi di Caltanissetta

omelie,

Frammenti del Figlio

Frammenti del Figlio Solennità del Natale del SignoreSanta Messa della Notte24 dicembre 2013  1.  Figli amati «Ci è stato dato un figlio e il suo nome

Frammenti del Figlio

 

Solennità del Natale del Signore

Santa Messa della Notte

24 dicembre 2013

 

 

1.  Figli amati

 

«Ci è stato dato un figlio e il suo nome sarà principe mirabile, padre per sempre» (Is 9, 5). Così abbiamo ascoltato dal profeta Isaia. È straordinario questo Dio che esce da sé e si dà a noi come figlio nel Figlio. E questo figlio sarà padre per sempre, come a dire che l'umanità nuova che Gesù viene a portare, ad essere e a costruire parte da un bimbo, come l'angelo dirà ai pastori: «Ecco il segno, troverete un bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia» (Lc 2, 12).

 

Tutto comincia da questo Figlio, il Figlio che poi, per ben due volte, nel giorno del battesimo e nel giorno della trasfigurazione, sarà definito dalla voce dal cielo l'agapetòs, l'amato, il figlio amato. Ed è in Lui che noi possiamo trovare la pace del cuore, la pace nelle relazioni, dentro le nostre famiglie, nella realtà in cui viviamo, fra i popoli, perché in Lui anche noi siamo agapetòi, amati dal Signore.

 

Tutto comincia da questo Figlio. Il Natale è, dunque, la celebrazione della figliolanza, a Natale tutti nasciamo, tutti riconsideriamo il fatto che per essere padri e madri siamo stati necessariamente figli e che forse lungo la strada, lungo il cammino della nostra vita abbiamo dimenticato di essere figli. Ma solo chi è figlio può diventare padre, cioè solo chi è generato nell'amore e si sa amato, diventa generatore di amore e dunque padre o madre.

 

2.  Custodi di umanità

 

Mi sembra bello poter pensare che in questo Figlio che ci è dato e che è Padre per sempre, noi siamo figli, figli in relazione al Figlio e fratelli in relazione al Padre. Se, infatti, ci è stato dato un Figlio, che è Figlio del Padre, allora egli è anche nostro fratello. Quindi, se guardiamo a Dio Padre che ci dà suo Figlio, noi siamo figli e, dunque, fratelli di Cristo; ma se guardiamo a Cristo, noi siamo da Lui generati come Eva dal costato di Adamo, noi siamo Eva, quella umanità scaturita dal costato trafitto del nuovo Adamo, da Cristo Gesù.

 

Gesù è venuto, dunque, a riconciliarsi con questa Eva che ha tradito la sua umanità, con questa Eva che siamo noi, smarriti, a volte scoraggiati, troppe volte rassegnati. è venuto il Figlio a rialzarci facendoci fratelli. Se Caino alla domanda: «Dov'è tuo fratello?» testimonia di aver rotto ogni relazione pensando di sussistere in sé e di essere felice senza alcuna relazione di fraternità, Gesù ristabilisce l'equilibrio della fraternità, instaura nuovamente una relazione di figliolanza e di fraternità, instaura l'equilibrio della custodia, perché, in quanto Eva, noi, nuova umanità, siamo chiamati ad essere custodi di umanità.

 

Il Natale non è l'evento del cristianesimo per cristianizzare la società, ma è l'evento dell'uomo per umanizzare il mondo. A Natale ciascuno di noi nasce davvero nella sua umanità e quindi, per questo, siamo fratelli e non ci sono ebrei, non ci sono musulmani, perché Gesù, nascendo Figlio, ci ha fatti fratelli. Non meritavamo questo dono perché Dio non ci ha dato qualcosa, non ci ha dato potere, ricchezza, onore, ma ci ha dato un Figlio, colui che Egli aveva di più caro, l'altro da sé, simile a sé eppure a noi somigliante.

Quindi, è bello pensare che a Natale il Padre contempla ciascuno di noi come frammento del suo Figlio, ritrovando in noi, pur nella bruttura del nostro peccato, pur nella fangosità della nostra umanità, la bellezza del suo Figlio. E allora, amati perché resi belli da Dio Padre, noi possiamo sperare ancora di essere sul punto di nascere, se apriamo il cuore alla speranza di poter nascere ancora come umanità nuova. Buon Natale!

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