FRAMMENTI DI ETERNITÁ
Solennità di Maria Santissima Madre di Dio
Cattedrale, 1 gennaio 2007
1. Il dono del tempo
Figlioli carissimi,
questo primo giorno dell’anno 2007 è come un nuovo germoglio che spunta nel nostro mondo e nel nostro cuore. È la novità che ci viene incontro dal futuro della speranza, alla quale ciascuno di noi è chiamato ad aprirsi. E quanti messaggi, con ogni mezzo, ci scambiamo in questi giorni! Tutti messaggi di speranza, messaggi che coniugano l’anno nuovo con la novità della vita alla quale ognuno s’ha da aprire. Ma un inizio è sempre orientato ad una fine. Ogni giorno esiste una sola volta, come ogni anno esiste una sola volta. Sta a noi fare in modo che lo scorrere di quel giorno si trasformi in frammento di eternità. Noi iniziamo un nuovo anno ma verso dove stiamo andando? Siamo chiamati ad interrogarci, a distoglierci un po’ dai frastuoni della nostra vita e a chiederci: verso dove sto andando? Quale direzione sta prendendo la mia vita, quale direzione voglio dare ad essa? Siamo chiamati ad interrogarci come chiesa e come società.
Questo anno esisterà una sola volta, non ci sarà dato più di vivere un 2007 appena questo anno passerà. Come è stato per il 2006. E cosa è accaduto in noi? La nostra vita è stata realmente un evento di salvezza nella storia degli uomini? È stata un accadimento della novità di Dio in questa chiesa, in questa società, in questa famiglia, nel nostro cuore? Oppure sono soltanto passati dei giorni. Se ogni giorno esiste una sola volta è perché esso è orientato non solo alla consumazione di sé nella fine dei giorni, ma al riempimento di sé, alla pienezza, al pleroma di sé, cioè al fine per cui quel giorno ci è stato donato. Il tempo, come la vita, è un dono, un dono che ci viene dall’alto, è un appello e un compito che ci sono affidati, è una chiamata che attende una risposta. Dobbiamo arrivare dunque al fine per cui noi siamo oggi, per cui noi esistiamo in quest’oggi e non in un altro, dobbiamo arrivare al fine per cui io sono qui e ora in questa chiesa Cattedrale a Caltanissetta e non ad Amsterdam, o a Cracovia, o chissà dove. Perché io sono qui e non in un altro posto? E se sono qui, qual è il compito che io, in quanto frammento dell’umana famiglia, devo assolvere perché diventi un frammento prezioso nel mosaico della pace, perché io diventi una lettera preziosa nella grammatica della pace, nella grammatica della nuova civiltà che comincia da me qui e ora, perché ogni giorno esiste una sola volta, come ogni vita esiste una sola volta e dunque non può essere manipolata, non può essere isolata, distrutta. Né la vita può lasciarsi vivere trascinata dalla corrente dell’esistenza, ma deve essere presa nelle mani da ciascuno di noi e orientata per fare di ogni attimo un tempo d’eternità, un attimo di luce.
2. Riflessi del volto di Dio
La benedizione che Dio rivolge per mezzo di Aronne e per la mediazione di Mosè è: «Dio ti sia propizio, faccia risplendere su di te il suo volto». Ma qual è il volto di Dio? È un volto di misericordia, di tenerezza, di paternità e maternità, un volto d’amore e di luce.
“…Il suo volto”... Ma come si fa a vedere splendere su di sé il volto di Dio quando nessuno può vederlo? Miei cari figlioli, nella misura in cui noi puntiamo lo sguardo su Cristo Signore, la luce di Dio si rifletterà sul nostro volto e saremo noi il volto di Dio per i nostri fratelli, saremo noi il volto di misericordia, di tenerezza, saremo noi l’arcobaleno di pace nella società.
«Dio ti sia propizio e faccia brillare il suo volto su di te». Allora ogni persona grande o piccola, bianca o nera, povera o ricca, ogni persona può essere riflesso del volto di Dio e l’arcobaleno della pace comincia dal rispetto per la dignità di ogni persona umana, dall’accoglienza per ogni persona umana. Se cominciamo, invece, a non rispettare i diritti delle persone, a classificarle in simpatiche ed antipatiche, in amiche e nemiche, noi distruggeremo la pace ed essa diventerà sempre più un’utopia. Dio ha deposto il suo arco di guerra nel cielo, non tornerà più a combattere con l’uomo, anzi darà la vita, ha dato la vita per l’uomo, anche per i suoi crocifissori. Così siamo chiamati a fare anche noi.
3. Attimi, volti, storie come frammenti di eternità
In quel bambino che abbiamo contemplato a Natale, non abbiamo fatto altro che accogliere la prospettiva di un nuovo inizio, un nuovo inizio che si apre per ciascuno di noi. E questo Bambino che oggi è presentato, esposto, all’adorazione dei pastori viene a risvegliare la primavera nella nostra umanità, come ogni vita che nasce è l’inizio di una nuova primavera. Ma ogni vita che nasce deve poter arrivare al suo fine.
Allora, miei cari figlioli, cerchiamo di vivere questo nuovo anno con intensità, nell’attenzione all’attimo che ci è dato tra le mani. Se noi riuscissimo a confezionare oggi un pacco regalo da spedire al cielo, un pacco regalo che racchiuda i nostri attimi vissuti con amore, i nostri attimi vissuti con il coraggio e l’umiltà di perdonare e di chiedere perdono. Se confezionassimo dei pacchi regalo da spedire al cielo con i nostri abbracci, i nostri sorrisi, la nostra capacità di ricominciare sempre a dialogare, ad aprire pensieri di speranza nel cuore degli altri, allora quei pacchi regalo sarebbero frammenti di eternità che noi ci troveremo.
Dobbiamo dunque prefiggerci quest’anno di riuscire sul serio a fare attenzione alle persone, ad ogni persona, a non rapportarci con gli altri come se fossero una massa, ma a cogliere nel volto di ogni persona, nel suo sguardo, nei suoi lineamenti i tratti di Dio, storie mai raccontate, sogni non svelati, speranze deluse, fatiche represse. Dobbiamo saper cogliere il racconto di un’esistenza nei tratti del volto delle persone che incontriamo. Dobbiamo fare attenzione alle persone. Solo così la luce del volto di Dio brillerà sull’uomo.
Ci sia di esempio, sorella, compagna di viaggio e madre, Maria Santissima, lei che ha saputo custodire e conservare insieme gli accadimenti, per cogliere il filo rosso della storia della salvezza, della speranza in quel Bambino che lei aveva generato per opera dello Spirito Santo. Ci sia maestra Maria Santissima che si presenta a noi come colei che ha fatto del tacere l’arte di amare e del parlare l’arte di pregare. Ci sia sorella Maria Santissima Teotokos, Madre di Dio, che nel suo perdersi si è ritrovata madre, che nel perdersi dei suoi progetti, dei suoi sogni, ha visto il sogno di Dio realizzarsi in lei, ha visto Dio riflettersi nel suo volto. Possa Maria Santissima accendere nel cuore di ciascuno di noi la speranza perché ogni giorno esiste una sola volta.
Sia lodato Gesù Cristo!