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STEMMA EPISCOPALE

Stemma Episcopale

L’elemento centrale dello stemma di S.E. Mons. Mario Russotto è lo scudo appuntato, detto anche sannittico. Il campo dello scudo reca lo stemma vero e proprio che si compone dal gioco dei colori dello sfondo con le figure araldiche. La partizione del campo è composita, “in palo” (linea verticale) ed “in fascia” (linea orizzontale).

Sulla sinistra dello scudo figura su sfondo rosso un leone rampante – color oro – che regge una lancia color oro dalla lama d’argento. I colori, rosso e oro, sono quelli della città di Caltanissetta. La lancia richiama il suo patrono, san Michele. Il leone si carica della ricca simbologia biblica che gli è sottesa.

La destra dello scudo è ulteriormente “inquartata”. Il quarto superiore mostra su sfondo azzurro una aurea stella davidica. Colori e simbolo indicano la Vergine Maria, invocata dalla devozione popolare come “stella del mattino, torre di Davide, casa d’oro”. È la trasposizione figurata della personale devozione mariana di Mons. Russotto, legata anche al suo nome, derivazione maschile di “Maria”.

Il quarto inferiore mostra su sfondo bianco (l’argento araldico) un rotolo aperto della Torah che sta a sottolineare la centralità della Parola di Dio e dell’annuncio per la vita e il ministero del nuovo presule.

Lo scudo è sormontato dal tipico cappello araldico dei vescovi, caratterizzato dal colore verde e da dieci fiocchi dello stesso colore, disposti in tre ordini. Sotto la punta dello scudo una lista svolazzante con il motto in parole latine:

 

IN VERBIS TUIS MEDITABOR («Mediterò nelle tue Parole»).

Lo scudo è accollato al pastorale color oro, di grado vescovile (croce semplice ad una sola asta orizzontale) che allinea ed unifica, in verticale, cappello, scudo e lista.

Il preciso riferimento del leone araldico, come pensato da Mons. Russotto, è il passo del profeta Amos (Am 3,7-8): «In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti. Ruggisce il leone: chi mai non trema? Il Signore Dio ha parlato: chi può non profetare?»