SOTTO LO SGUARDO DI DIO
Solennità di Maria SS. Madre di Dio,
Caltanissetta - Cattedrale, 1 gennaio 2008
1. Il dono della pace
«Ti benedica il Signore e il suo volto faccia brillare su di te. Ti benedica il Signore e volga sempre il suo volto su di te e ti dia pace».
Queste sono le parole consegnate per mezzo di Mosè al sacerdote Aronne, perché le pronunciasse dando la benedizione di Dio al popolo. E sono le parole che il re d’Israele e il sommo sacerdote pronunciavano all’inizio dell’anno nei confronti del popolo, ripetute in particolari solennità. Sono anche le parole che la Chiesa, facendo sua questa consegna, ci presenta all’inizio di questo nuovo anno comunicandoci la benedizione e la pace di Dio. Questa preghiera, infatti, comincia con la benedizione e si conclude con la pace, perché la benedizione è promessa dell’assistenza di Dio nella vita del popolo e in quella del credente, assistenza che si fa fecondità di vita e porta d’ingresso per la pace come armonia dell’essere, delle relazioni, della famiglia, del popolo, del creato.
La pace è veramente un dono messianico. Ecco perché Gesù risorto, quando si presenta ai suoi, ripete sempre: «Pace a voi». La pace dunque è ormai in mezzo a noi, ci è data nel Figlio di Dio, crocifisso e risorto. È un dono, ma è anche una conquista, un impegno, una responsabilità da parte di ciascuno di noi.
2. Dio vede e parla
La formula di benedizione sottolinea per due volte l’importanza del volto di Dio: «Il suo volto brillerà su di te…», «Il suo volto si volgerà su di te…». È bello pensare Dio con un volto. Il volto indica la presenza. Dio, dunque, è presenza ed è presenza di luce se «il suo volto brillerà su di te»; è presenza di amore se abbiamo bisogno del suo volto per essere noi stessi, per riappropriarci della speranza nella nostra vita. Il volto di Dio si dispiega lungo la storia attraverso il suo vedere e il suo parlare. Dio vede e parla: «E Dio disse: “Sia la luce” e Dio vide che la luce era cosa buona». Il nostro non è un Dio cieco, non è un Dio muto, è invece un Dio che vede e parla. All’interno di sé, vede il Padre e vede il Figlio: Dio Padre vede il Figlio, parla al Figlio ed è visto e ascolta il Figlio. Al di fuori di sé, Dio vede noi, vede l’uomo, la sua creatura, l’uomo e la donna, e vede che è una cosa veramente molto bella. Quindi, noi siamo i destinatari del suo vedere e del suo parlare.
È bello pensare, all’inizio dell’anno, che noi siamo posti sotto lo sguardo di Dio, che noi come popolo, in qualunque situazione ci troviamo, qualunque via stiamo attraversando, qualunque fatica stiamo sopportando, siamo sotto lo sguardo di Dio, siamo visti da Dio. E se Lui parla, è perché sa anche ascoltare le nostre invocazioni, i nostri gemiti, a volte le nostre imprecazioni: Dio non è sordo, come non è cieco. Questo essere presente di Dio permanentemente vicino a noi in un modo che, pur non togliendo nulla alla sua dimensione divina diventa pure umano e perciò vicino a noi, è il Figlio suo, Gesù, che è il volto di Dio, il suo sguardo e la sua parola. E in Lui noi siamo presenti al Padre così che il nostro grido è udibile, il nostro cuore è visto e accolto.
3. La prima casa di Dio
Questo volto che si fa presenza e, dunque, permanenza storica, ci è dato attraverso Maria. Ecco perché la Chiesa pone, all’inizio dell’anno, la solennità di Maria Madre di Dio, la Theotòkos. Attraverso una donna Dio prende volto d’uomo. Tutto l’anno è posto sotto lo sguardo di questa donna, in lei ci raggiunge lo sguardo di Dio che si fa carne, ma lei è già cuore di Dio, cuore che custodisce, cuore che discerne, cuore che contempla. Tutto l’anno sotto la protezione di una donna, quasi a voler assicurare alla nostra umanità la fecondità di una donna, fecondità che è anche verginità, purezza, accoglienza in un grembo che è stato la prima casa di Dio fra gli uomini. Possiamo allora, realmente, in questa donna lasciarci guardare da Dio, entrare nel suo grembo.
4. Il coraggio dei pastori
Ci conceda il Signore in questo anno di vivere l’esperienza dei pastori: il coraggio di andare, di vedere, di adorare, di contemplare. Ci conceda il coraggio del cammino, della ricerca, ma anche della preghiera e della contemplazione. Tante volte ci lamentiamo del mondo secolarizzato, di un mondo che sta quasi distruggendo l’idea di Dio; ma questo mondo secolarizzato, in realtà, è una grazia perché ci aiuta a purificare l’idea di Dio, ci aiuta a passare dalla devozione alla contemplazione, dalla semplice religiosità alla spiritualità.
L’augurio che faccio a me e a voi è che noi quest’anno possiamo imparare a contemplare e ad adorare, imparare a raffinare sempre più la nostra idea di Dio, per essere, come i pastori, angeli che annunciano e raccontano ciò che hanno visto e ascoltato, angeli capaci di dare testimonianza del volto di Dio, che ancora e sempre si fa volto d’uomo e volto di bimbo che si affida a noi chiedendoci di affidarci a Lui. Dobbiamo, con Maria, imparare a custodire e a meditare per trovare il filo rosso della storia senza mai smarrirci, senza sentirci disorientati. Per questo ci è data Maria, la Madre di Dio, come modello e protettrice. Dobbiamo imparare, in questo anno, a rientrare sempre più in noi stessi, come Maria, a custodire parole vere, a custodire eventi di grazia. E quanti il Signore ne semina nel nostro cammino! Possiamo, allora, anche noi essere riflesso del volto benedicente di Dio. «Su di te faccia brillare, risplendere il suo volto il Signore». Che ciascuno di noi, nel cammino di quest’anno, nella collana dei giorni, delle settimane e dei mesi, sia lo specchio del volto di Dio, perché chiunque ci incontri possa davvero riconoscere i tratti, i lineamenti del volto benedicente di Dio. Solo così saremo seminatori di pace, solo così costruiremo una famiglia all’insegna dell’armonia nelle relazioni e della pace. Buon anno! Sia lodato Gesù Cristo!