Conoscere Insegnare Guidare
17° anniversario di Consacrazione episcopale
e di ingresso in Diocesi
Cattedrale, 27 settembre 2020
1. Nello sguardo e nel cuore di Dio
Eccellenza Reverendissima Mons. Francesco Lomanto Arcivescovo eletto di Siracusa, carissimi presbiteri, diaconi, religiose, religiosi e voi tutti, figlioli amati nel Signore, dalla Parola che abbiamo ascoltato vorrei prendere tre verbi, che traggo dal Salmo con il quale abbiamo pregato e che rappresenta in un certo senso una nostra risposta alla parola che il Signore ci ha rivolto. I tre verbi sono: conoscere, insegnare, guidare e nel Salmo viene indicata la modalità del conoscere, dell’insegnare e del guidare.
“Fammi conoscere, Signore, le tue vie”. In prima istanza questo verbo riguarda la conoscenza delle vie del Signore, il che comporta uno sguardo nello sguardo di Dio, un cuore nel cuore di Dio per scrutare e conoscere quali vie il Signore disegna per noi. Ma questo verbo riguarda anche il rapporto con il popolo che Dio affida a un Vescovo. Un Vescovo deve conoscere il suo popolo, il suo presbiterio, deve conoscere la società nella quale si trova a vivere come servitore di Dio. Ecco perché in questi 17 anni ho voluto vivere con voi e per voi due Visite Pastorali, la prima in modo prolungato, approfondito, condiviso, perché conoscere è importante.
Forse solo oggi, dopo 17 anni, posso dire di conoscere questo popolo, questo presbiterio, questa Chiesa; e man mano che è aumentata la conoscenza, è cresciuta in me la conversione intesa nel senso in cui ne parla il profeta Ezechiele, cioè come il tornare continuamente, con la mente e il cuore, a questo popolo per camminare insieme nelle vie di Dio. Posso affermare, infatti, in tutta verità e onestà, che mai ho cercato il mio interesse e che il mio unico pensiero è stato sempre l’interesse di questo popolo, della Chiesa, dei miei sacerdoti, anche quando essi non riuscivano a comprenderlo.
2. Parola Eucaristia Poveri
E poi “insegnare”. Il verbo insegnare in ebraico dice la Torah, perché è jarah, “puntare il dito, indicare una direzione”, spiegare l’alfabeto della fede. Ma per insegnare uno deve imparare e la scuola in cui imparare ciò che si deve insegnare è costituita da tre dimensioni: la Parola di Dio, l’Eucaristia e i poveri.
Ho cercato di frequentare i banchi della Parola di Dio, ho cercato di entrare nel cuore stesso di Cristo Gesù nostro Signore nel suo dirsi e darsi nell’Eucaristia come Tutto nel frammento, senza distinzioni, e ho cercato di farmi prossimo ai poveri: i poveri smarriti nella via dell’esistenza, i poveri di valori umani, culturali, cristiani, i poveri che non osano chiedere l’elemosina e attendono cuori attenti che vadano loro incontro. Ma su questa strada dell’imparare ho ancora tanto da apprendere. Ho cercato di insegnare, come dice S. Paolo, quello che a mia volta ho ricevuto; ho cercato, e così dovrebbe sempre essere, di insegnare con le opere più che con le parole, con la vita più che con le prediche e chiedo perdono a voi, figlioli, e al nostro Signore, se alle volte anche inconsapevolmente ho potuto creare disorientamento per la dissonanza di ciò che io in mezzo a voi rappresento e ciò che io in mezzo a voi insegno.
3. Lanternino che illumina i passi
E infine “guidare”. Dice Gesù: “Può un cieco guidare un altro cieco? Andranno a finire tutte due nella fossa”. Per guidare bisogna vedere e per vedere bisogna guardare a Lui ed essere di Cristo trasfigurazione, effusione del suo amore. Solo se la Parola diventa carne ogni volta nella nostra vita, noi per gli altri diventiamo lanternino che illumina i passi, e indica una direzione.
Guidare è difficile, è più semplice lasciarsi guidare, è più semplice eseguire piuttosto che discernere e guidare. È una grande responsabilità e io sento dentro di me il tremore di questa responsabilità, in quanto Dio mi ha affidato le vostre anime e queste a Lui devo condurre, dobbiamo divenire tutti insieme santi come Lui è Santo.
4. Per via d’amore
La modalità che lo stesso Salmo ci ha suggerito per conoscere, insegnare, guidare è l’amore, per questo si chiede al Signore il dono dell’amore, l’amore oblativo, sacrificale, incondizionato, l’amore radioso e gioioso, l’amore che non attende e non pretende ma si dà nella totalità dell’essere.
Allora si può conoscere il cuore di Dio per via d’amore, si può conoscere il cuore del popolo per via d’amore, si può imparare con amore e si può insegnare per amore, si può guidare amorevolmente e si può condurre come un pastore conduce il suo gregge, cioè prendendo fra le braccia la pecora debole, spingendo piano piano le pecore madri, facendo respirare piena fiducia e soprattutto tanto amore.
Grazie, dunque, Gesù, perché attraverso la mia povera, misera persona continui a dire il tuo Sì a questa bellissima Chiesa che è la Diocesi di Caltanissetta; oggi ti rendo lode perché in questo terribile anno apertosi con la morte di un giovane sacerdote, Tu hai fatto un grande dono al mio cuore di Vescovo e a questa tua amata Chiesa: il dono di un sacerdote eletto Arcivescovo di Siracusa.
Penso che sia davvero, insieme ai tre Venerabili Marianna Amico Roxas, P. Angelico Lipani, Mons. Giovanni Jacono, il frutto più bello per cui con gioia posso a Te cantare, Signore, il mio nunc dimittis. Sia lodato Gesù Cristo!