Nel sepolcro del cuore
Domenica di Pasqua in Resurrectione Domini
Caltanissetta – Cattedrale, 27 marzo 2016
1. La pietra ribaltata
Maria di Magdala è presa da paura perché all'alba del terzo giorno dalla crocifissione e morte di Gesù la pietra della morte è ribaltata. Maria ha paura, teme un furto, ha paura perché ama Gesù e vuole rendergli onore cospargendo ancora una volta il cadavere con oli profumati. Ma il sepolcro è vuoto.
Quante volte siamo assaliti dalla paura ogni volta che ci viene a mancare una persona cara, una persona amata, quante volte veniamo assaliti dalla paura quando la morte sembra prevalere sulla vita! Anche in quest'ultimo anno abbiamo registrato in Europa come nel mondo diversi eventi drammatici, luttuosi, che hanno come scatenato la paura dentro di noi, attorno a noi, una sorta di fobia dell'altro, soprattutto dello straniero.
La Pasqua viene a dirci che bisogna superare la paura, che bisogna avere il coraggio di entrare nelle oscurità della storia, di risanare le relazioni, le fratture. È molto più facile - come fu per Maria di Magdala o come, secondo il racconto degli altri evangelisti, fu per le donne - attribuire la colpa ad altri: "Hanno portato via il Signore". È facile per noi alzare il dito e giudicare i nostri fratelli, anche all'interno delle nostre famiglie, quando qualcosa si frantuma, quando una relazione comincia a scricchiolare, colpevolizziamo subito l’altro. Stiamo diventando sempre più esperti nel gettare la colpa sugli altri perché stendiamo un velo sulla nostra coscienza. In fondo, il vero sepolcro dentro il quale abbiamo paura di entrare è proprio il nostro cuore, la nostra coscienza. Abbiamo paura del vuoto che c'è, dell'oscurità che vi troviamo.
2. Con occhi nuovi
Il Signore ci chiede il coraggio di entrare nel vuoto del nostro cuore, il coraggio di attraversare le tenebre delle relazioni, il coraggio di assumerci la responsabilità di tante fratture, di tante lacerazioni e di cominciare a costruire la pace e a sanare i rapporti perché l'amore vince. A volte sembra davvero che fallisca perché nulla è più debole dell'amore, che può essere calpestato, vilipeso, ignorato, rifiutato, violato, equivocato; eppure nulla è più forte dell'amore, «forte come la morte è l'amore». È certo che l'amore ti arriverà ed è altrettanto certo che l'amore vincerà.
Questo è il messaggio di Pasqua. Dobbiamo perciò uscire dalla nostra Cattedrale pronti a costruire ponti di pace, pronti ad intonare l'armonia della comunione e della relazione; dobbiamo uscire da questo sepolcro della nostra Cattedrale dove Gesù si dà a noi come Eucaristia, guardando agli altri con occhi nuovi.
Gesù dopo la risurrezione non ha condannato nessuno. La Pasqua comincia con la pace, non con il giudizio. Gesù non emette alcuna sentenza, solo stringe nell'abbraccio di pace i vigliacchi e i traditori, i rinnegatori e gli orgogliosi. Tutti stringe in quell'abbraccio, compreso Tommaso l'incredulo, è proprio lui, stretto come nell'abbraccio di Maria, che rappresenta la Chiesa. Siamo tutti dentro l'abbraccio materno, misericordioso, della Chiesa.
3. Un nuovo vangelo
Oggi a ciascuno di voi, alle gentili Autorità, che ringrazio, agli amici della Real Maestranza, a tutti noi qui convenuti è affidato questo vangelo, il vangelo dell'amore che è il Vangelo della pace possibile, ma è necessario uscire fuori dai nostri sepolcri dopo aver avuto il coraggio di abitare il sepolcro del nostro cuore senza paura.
E allora, ringrazio con tutto il cuore tutti quelli che in questa Settimana Santa sono stati a vario titolo ed in vario modo protagonisti, quelli che hanno ancora una volta fatto in modo che potessimo celebrare dentro e fuori dalla chiesa, dentro e fuori dal Tempio, questo memoriale della passione di Gesù, della sua crocifissione e morte, del suo amore fino al dono della vita. Ringrazio tutti, proprio tutti, i piccoli gruppi, i grandi gruppi, i Fogliamari.
Un ringraziamento speciale, però, oggi devo fare alla Real Maestranza perché sta crescendo in maturità umana e cristiana, sta crescendo in comunione e solidarietà. Dunque grazie alla Real Maestranza; grazie a Gianni Taibi e tutti i suoi collaboratori; grazie a tutti i Capitani che in questi anni si sono avvicendati; grazie alla categoria dei falegnami che sono stati esemplari, hanno dato un'impronta, uno stile e ormai non si può più tornare indietro, bisogna andare avanti per questa strada tracciata dai nostri amici della categoria dei falegnami. E grazie anche al carissimo capitano Calogero e a sua moglie Maria Catena.
Nel silenzio, nella discrezione, nella semplicità e direi nell'umiltà che ormai sta davvero dando senso a tutta la Real Maestranza, avete voluto celebrare la Settimana Santa ricordandovi dei più bisognosi, avete raccolto anche delle somme di denaro e ne avete fatto dei buoni per l’acquisto di generi alimentari per le famiglie della Provvidenza e di San Giuseppe. Grazie perché così cresce la solidarietà nella nostra Città alla quale auguro oggi di risorgere con Cristo. Buona Pasqua a tutti!