logoexediocesicl-1637012604
vescovo-russotto

facebook
instagram
twitter
youtube
whatsapp
phone
senzatitolo-1
logoexediocesicl

Copyright © 2021 Diocesi di Caltanissetta, Viale Regina Margherita 29, 93100 Caltanissetta. Tel.: 0934 21446​


facebook
instagram
twitter
youtube
whatsapp
phone
n. 1-2 Gennaio-Febbraio 2024I MARTEDI' DELLA PAROLA: 2 aprile 2024 "La perfetta grande Tenda" Eb 9, 1-14IL PANE È IL CALICE: Esercizi spirituali per Educatori, Insegnanti, Amici del Seminario, Associazioni ecclesialiI MARTEDÌ DELLA PAROLAPREGHIERA PER IL CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANOCONTEMPLANDO LE VARE 2024

CF. 92004790850

NEWS

SelfieWeb.it by Art's Comunicazione

Grembo di Dio e della Chiesa

08-12-2014 00:00

Diocesi di Caltanissetta

omelie,

Grembo di Dio e della Chiesa

Grembo di Dio e della Chiesa Solennità dell’Immacolata ConcezioneCaltanissetta – cattedrale, 8 dicembre 2014 1.  Icona terrena della paterna maternità

Grembo di Dio e della Chiesa

 

Solennità dell’Immacolata Concezione

Caltanissetta – cattedrale, 8 dicembre 2014

 

1.  Icona terrena della paterna maternità di Dio

 

Nella preghiera di colletta, abbiamo pregato dicendo che Maria fu resa immacolata in vista della morte del Figlio suo. Questa orazione mi suggeriva una riflessione: solo chi è senza peccato può sciogliere, liberare dal peccato gli altri, quindi Maria è Immacolata per concepire l'immacolato Figlio di Dio e suo che ci avrebbe liberato dal peccato. Ma c'è anche un'altra possibile suggestione: quando si parla della morte di Gesù e della sua deposizione dalla croce, il vangelo dice che vicino al Calvario c'era un sepolcro nuovo, scavato nella roccia, nel quale ancora nessuno era stato posto, Gesù entra nel grembo di quella roccia, dove rimane appena tre giorni e poi, risuscitando, porta con sé tutta l'umanità redenta quale offerta a Dio Padre. Ebbene, Maria rappresenta quasi una simbolica anticipazione di quel sepolcro nuovo nel quale nessuno era stato posto perché il suo è un grembo nuovo, un grembo immacolato, senza peccato e avrà come unico ospite il figlio di Dio. Dunque questo grembo immacolato di Maria già dice il fine per cui Dio l'ha chiesta in sposa chiedendole di ospitare il figlio nel suo grembo.

 

Quel figlio nasce dall'immacolata donna che è Maria quale immacolato che sarebbe stato deposto nel sepolcro nuovo scavato nella roccia per renderci tutti «santi e immacolati nell'amore» (Ef 1,4). Ma possiamo leggere anche quest'espressione di S. Paolo pensando che ciò che ci rende santi e immacolati davanti a Dio è solo l'amore. E se l'amore è lo Spirito Santo quale relazione di intimità fra il Padre e il Figlio, intimità generata dalla relazione d'amore, che nello stesso tempo si fa generatrice di relazione d'amore fra il Padre e il Figlio, allora vuol dire che è lo Spirito Santo che ci rende santi e immacolati.

 

Maria, come nell'in principio della creazione, è avvolta dallo Spirito Santo, anzi è tutta piena della gratuita misericordiosa tenerezza di Dio perché lei è l'espressione della tenerezza di Dio in volto di donna. Quella paterna maternità di Dio che nelle Scritture antiche si esprimeva attraverso l'icona del “grembo di misericordia” - rahamim (?) in ebraico - adesso nella storia è incarnata in Maria, che genera il misericordioso Cristo Gesù. Avvolta dallo Spirito, è ripiena della grazia che è l'amore dello Spirito e per questo, quando si tratterà di dare l'in principio alla Chiesa, nel giorno di Pentecoste, lei è lì con gli apostoli, con la comunità riunita, è lei che attira lo Spirito Santo. E quel grembo del cenacolo, quella tomba in cui stava rinchiusa la Chiesa si spalanca e la Chiesa si fa missionaria, evangelizzatrice di questo vangelo di misericordia e di amore che attraversa il tunnel della morte al prezzo della croce.

 

2. Esserci nello stile di Maria

 

Questa è Maria, questa è la Chiesa e questo siamo chiamati ad essere noi cristiani. Siamo chiamati ad essere come Maria che ha detto: Sì, eccomi, guarda Signore sono proprio qui davanti a te, a te che ti sei reso presente dentro di me attraverso questa parola alla quale io aderisco e mentre io aderisco a questa Parola, essa diventa aderente a me facendosi carne in me e attraverso di me.

 

Quell'offerta, quell'atto di oblativo amore, quell'esserci testimoniando questa icona della Chiesa nello stile di Maria è proprio dell'Azione Cattolica, che quest'anno ha scelto come slogan: "Ci siamo". Non ci siamo per apparire, ci siamo come Maria, per cercare anzitutto ciò che è essenziale,  per esserci da uomini e donne cristiani nel mondo, nella società. L'Azione Cattolica è l'unica associazione della Chiesa a fare davvero Chiesa, non a sposare la causa della Chiesa, ma a fare Chiesa, a costruire la Chiesa. Questo non vuol dire che altre associazioni o movimenti non facciano Chiesa. Sono espressioni della Chiesa. Paolo VI volle che perfino nel Concilio Vaticano II, nell'Apostolicam Actuositatem, si sottolineasse la presenza laicale dell'Azione Cattolica nel mondo, come Chiesa che si rende presente nelle pieghe della storia.

 

Perciò sono ben lieto oggi di consegnare ai membri di questa associazione questa tessera, segno della loro adesione, del loro voler esserci come Chiesa nella storia, ma nello stile di Maria, pronti a svuotarsi dentro per ospitare il Dio della storia e farsi casa accogliente di ogni uomo e ogni donna ai quali devono dire la fede in termini innovativi con il coraggio profetico di una laicità che si fa storia.

 

3.  Segni di vangelo

 

Questo "ci siamo" nella nostra città, in questa solennità dell'Immacolata, ha voluto esprimersi in due segni: il primo, il "ci siamo" della comunità cristiana qui a Caltanissetta è il presepe che abbiamo inaugurato e benedetto ieri a san Sebastiano, un presepe fatto insieme dai nostri fratelli pakistani e dai nostro fratelli cristiani che esprime la realtà di una comune umanità che deve cercare di salire in quella bianca purezza del K2 sotto la guida dell'Arcangelo S. Michele e di Maria Santissima, Immacolata Madre del Redentore e della Chiesa.

 

E tra i segni che troverete in quel presepe, che rappresenta un po' il quartiere Provvidenza, c'è anche il Centro BAO, che è una sorta di casa per i nostri fratelli immigrati che abitano la strada, che vivono sotto i ponti e che lì trovano la lavabiancheria, la possibilità di farsi la doccia, trovano soprattutto una casa di amicizia, una Betania dei poveri che si fa servizio di comunione per tutti, un grande segno che la comunità della Cattedrale ha voluto e il Vescovo ha benedetto.

 

L’altro segno, che oggi andrò a benedire a S. Giuseppe quale servizio per i bambini di S. Giuseppe e della Provvidenza, è un centro che ho chiamato Centro Betlemme, cioè “Casa del pane” dei bambini, un centro dove i bambini poveri possono trovare al mattino la colazione prima di andare a scuola e poi anche un panino da portarsi e dove il pomeriggio potranno andare a fare i compiti e riceveranno anche una merendina. Una “casa del pane”, una mensa dei bambini. Sono segni che, nel nome del vangelo, di questa misericordiosa maternità di Maria che si fa tenerezza di Chiesa, indicano che la Chiesa vuole esserci con segni concreti. Magari non appaiono, non fanno rumore, non andranno sui giornali, ma segnano certamente la storia e tracciano strade di felicità per gli ultimi e i più poveri.

 

Possa Maria Santissima Immacolata benedire la nostra Chiesa, benedire i nostri disegni, benedire tutti gli uomini e le donne di buona volontà perché come lei possiamo dire: "Ci siamo, Signore!".