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Preludio della sinfonia della gioia

08-12-2013 00:00

Diocesi di Caltanissetta

omelie,

Preludio della sinfonia della gioia

Preludio della sinfonia della gioia Solennità dell’Immacolata ConcezioneCaltanissetta – Cattedrale,8 dicembre 2013 1.  Una visita nella gioia Celebrar

Preludio della sinfonia della gioia

 

Solennità dell’Immacolata Concezione

Caltanissetta – Cattedrale,

8 dicembre 2013

 

1.  Una visita nella gioia

 

Celebrare la solennità dell'Immacolata concezione di Maria, in questo inizio del tempo di Avvento, ci aiuta a comprendere che davvero Gesù nasce da Maria Vergine Immacolata, senza peccato, per cui Maria è il preludio della sinfonia della gioia che esploderà la notte di Natale quando, ancora una volta, gli angeli squarceranno il velo del cielo e annunceranno ai pastori avvolti nella notte la gioia per la nascita di un Bimbo, per questo abbreviarsi di Dio nelle tenere carni di un Bambino concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo verginale di Maria.

 

Maria è preludio di questa sinfonia di gioia, infatti, nella esortazione apostolica Evangelii gaudium al n.6, papa Francesco, indicando i sentieri biblici della gioia si sofferma proprio sull'annuncio di gioia che l'angelo presenta a Maria: «Rallegrati». La visita di Dio è una visita nella gioia: chi incontra il Signore e si lascia da Lui intercettare anche nelle periferie dell'esistenza, anche nei meandri più sperduti della propria gioia, non può non celebrare l'evento della gioia.

 

Il racconto del vangelo secondo Luca, che il diacono Raimondo ha proclamato, comincia con il sì di Dio a Maria e si conclude con il sì di Maria a Dio. Dunque, prima che Maria potesse dire "eccomi, si compia in me secondo la tua parola", prima che Maria potesse dire innemì, in ebraico, “guardami sono qui davanti a te, presente a te”, è Dio che pronuncia il suo sì schiudendo il grembo della Trinità e venendo in terra con il suo “eccomi” a Maria. È Dio, Dio Padre, che dice a Maria: guarda, sono qui, ma non da solo, perché c'è lo Spirito che ti avvolge e la Parola, che è mio Figlio, che ti raggiunge in quel dialogo interiore, dentro il tuo cuore e a quella Parola, solo tu, solo tu donna, puoi dare carne e volto d'uomo. È quindi chiaro il motivo della gioia, è Dio che dice alla creatura: guarda, sono qui presente a te, e questa presenza di avvolgente amore diventa come una carezza: Kàire, kekaritomène, “rallegrati, sii nella gioia perché da sempre tu sei la mia amata, da sempre tu trabocchi di gratuito amore”, è la carezza di Dio alla sua creatura.

 

2.  Santità laica

 

Maria Immacolata vuole dire oggi a noi spesso così smarriti, incupiti, impelagati nel fango della tristezza, tanto immersi nel tunnel del non senso che spesso non riusciamo a scorgere la luce: guarda, il Creatore si inchina a te creatura, a te che sei l'ultimo, a te che sei smarrito, a te che non riesci a trovare il pane quotidiano, a te Dio si rende presente e ti chiede di alzare il capo, di levare a Lui il tuo sguardo, lo sguardo del cuore, perché Lui è lì e vuole che il tuo cuore sia uno specchio capace di riflettere la sua presenza nella storia.

 

Maria Immacolata ci racconta la gioia, esploderà di gioia cantando il suo magnificat: l'anima mia magnifica, il mio spirito esulta. È tutta una danza, una danza che si leva al cielo da questa piccola creatura e in questa danza lei abbraccia il mondo intero, soprattutto i poveri, gli ultimi, gli oppressi, i deboli e intona questa sinfonia di lode, questo canto di gioia, coinvolgendo nel vortice della sua danza anche noi, così distanti da lei per le nostre miserie, le nostre fragilità, le nostre debolezze. Eppure, è anche a noi che il Signore consegna la sua carezza, anche a noi oggi dice: Kàire, “rallegrati, io sono qui presente a te, a te inchinato” ed è come se tutto l'universo adesso volesse cantare perché l'Immacolata ha concepito il Figlio di Dio, l’Immacolato per antonomasia.

 

Per l'opera redentrice di Dio, per la sua morte e risurrezione noi siamo stati liberati dal peccato, in un certo senso siamo immacolati, non perché concepiti senza peccato, ma perché questa macchia Lui la cancella ogni volta e, come dice papa Francesco, non si stanca di perdonarci, perché siamo il suo specchio e Lui ama riflettersi in noi, anzi lui stesso, col suo Santo Spirito, pulisce lo specchio della nostra anima per renderci sempre immacolati e il nostro sforzo sarà quello di mantenerci, a nostra volta, il più immacolati possibile.

 

Questa è la santità e guardate che la santità è laica, perché immacolato non è un prete, neanche il Sommo Sacerdote, ma una donna, una laica, Maria, venuta dalla periferia delle periferie, da quella Nazareth che nessuno conosceva.

 

Anche Gesù è laico, non è figlio di preti, non è prete per discendenza come si usava nel mondo ebraico, Giovanni Battista era prete, figlio di un prete e di una discendente di Aronne, Gesù è laico, la santità è laica, è la santità del popolo in quanto umanità redenta e liberata, fatta riflesso del Creatore. Questa è la santità. Ed è in Maria che anche noi, il Papa e i Vescovi, siamo coinvolti in questo lago che rispecchia l'amore di Dio, in lei che ci è data come madre e sorella noi possiamo assomigliare al Figlio ed essere santi e immacolati nell'amore. Questo dobbiamo sperimentare, questo dobbiamo credere, questa purezza nella santità della nostra umanità dobbiamo amare.

 

3.  Specchio di grazia e di santità

 

In fondo il compito dell'Azione Cattolica è proprio questo, l'apostolato irradiante di una santità laica, di una santità che non parte dal vertice, non parte dal Papa o dai Vescovi, ma parte dal popolo. Per questo l'Azione Cattolica è popolare, non è un'associazione d'elite, non cura solo un settore: i giovani, le famiglie, gli adulti o i bambini, ma abbraccia tutto, l'umanità intera, la dimensione più vera, più profonda della Chiesa. Ecco il rapporto fra questo impegno, che è anche un mandato che il Vescovo dà all'Azione Cattolica e la solennità dell'Immacolata. Questo è il vostro apostolato, questa è la vostra missione ed io sono lieto oggi di consegnare, mediante la tessera, questo mandato. Non bisogna mai stancarsi di ricominciare a pulire questo specchio dell'anima, a dire a tutti la gioia di Dio. C'è una speranza che germoglia se ognuno fa germogliare il suo cuore e se ci mettiamo insieme. Meno parole e più opere. Mosè era potente, dice Stefano nel cap. 7 degli Atti, in parole e in opere; Gesù invece è potente in opere e in parole.

 

Auguro a tutti voi, a tutta l'Azione Cattolica della nostra Diocesi, di essere questo specchio di grazia e di santità, di essere una carezza di compassione e di amore verso gli uomini e le donne smarriti, delusi, rassegnati o consegnati al peccato. Sono contento che a questa messa partecipino anche Francesco ed Eleonora, due giovani come Giacomo, Michela, Leri, Francesco, venuti dal Lago di Montecolombo. Sono andati in missione a parlare ai giovani, a incontrarli ed è bello che ci siano ancora giovani dal cuore pulito che credono nella forza dirompente del Vangelo.

 

Carissimi figlioli dell'Azione Cattolica, amici Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro e tutti voi, guardiamo a Maria Immacolata e manteniamo il nostro cuore il più simile possibile a lei, per essere come lei nella storia. Anche per questo motivo, dopo trent'anni, questo pomeriggio il simulacro dell'Immacolata sarà portato a spalla, da una specie di comunione e di intenti fra i devoti di S. Michele, i devoti del Crocifisso Signore della città e i devoti di Gesù Nazareno, insieme a testimoniare questo nostro essere figli di Maria Santissima e a portarla in alto perché tutti, guardando a lei, possiamo essere come lei e sentirla vicino a noi, accanto ai nostri passi, dentro i nostri cuori. Sia lodato Gesù Cristo!

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