UN PONTE FRA CIELO E TERRA
Messa della Notte di Natale,
Cattedrale, 24 dicembre 2008
1. Luce nelle tenebre del mondo
Un tremore avvolge la terra in questa Notte Santa, un tremore in Dio, un tremore negli uomini. Dio ha parlato in molti modi, ha consegnato la sua parola a Mosè, ha parlato attraverso i profeti e, nei secoli, Dio ha constatato di non essere capito, le sue parole venivano fraintese, non accolte, non ascoltate, i suoi profeti venivano uccisi. Ma Dio non può tenersi lontano dagli uomini, sue creature, né può tollerare che gli uomini continuino a vagare nelle tenebre senza una luce, senza una meta. Per questo, dopo aver mandato i profeti, manda il Figlio suo, dopo le parole dei suoi messaggeri, si fa Lui parola di verità per noi, parola chiara, parola definitiva. E viene la luce che dissolve le tenebre del mondo, e trema Dio perché si fa uomo, pone la finitezza nella sua infinità, si stringe nel tempo, Lui che è senza tempo. Trema Dio, perché si offre a noi come uomo.
Quante volte noi abbiamo calpestato l’uomo, in quante parti del mondo la dignità dell’uomo è davvero misconosciuta! Quante oppressioni, quante torture alla dignità dell’uomo anche nella nostra società! E noi stessi, quante volte abbiamo calpestato l’uomo, abbiamo abbrutito la nostra coscienza, il nostro volto, il nostro essere uomini liberi e ci siamo fatti schiavi di fatue verbosità, schiavi del nulla scavando voragini nel nostro cuore, scontrandoci con il fallimento e consegnando il nulla alle nuove generazioni! Quanti uomini e quante donne, questa sera, svendono la loro umanità nel gioco, o nei tanti giochi, inventati dalla diabolica fantasia del male che si annida in noi. Ma penso, anche, a quanti uomini e donne, questa notte, piangono perché hanno perso il posto di lavoro, perché vedono la loro dignità infranta, un loro diritto schiacciato. Quanti uomini e donne, questa notte, non si riconoscono più tali e, forse, pensano di farla finita con la tragedia della vita.
2. Uno con noi
E Dio si fa uomo. È talmente innamorato della nostra umanità, è talmente innamorato di noi che non vuole più parlarci dall’alto dei cieli, non vuole più consegnarsi a noi nel dire dei profeti, non vuole più mediatori, vuole parlarci direttamente ed ha un solo modo per farsi capire: farsi uno come noi, uno con noi.
E non sceglie una famiglia di potenti, né palazzi di re, o templi di sacerdoti, sceglie un piccolo villaggio di campagna, un villaggio chiamato “casa del pane”, perché come pane si vuole offrire a noi, pane di riconciliazione, pane di perdono, pane di misericordia e di amore. E sceglie di nascere da due giovani innamorati, che hanno tanti sogni nella loro vita. Dio entra nei loro sogni, sconvolge i loro progetti, nasce da una ragazza di Nazareth e si fa custodire da un falegname e tutti e due, coppia di migranti in cerca di alloggio, senza casa, stranieri nella loro stessa patria, trovano ospitalità in una stalla di povera gente. Dio si fa uomo e i suoi primi compagni sono degli animali in una stalla.
Dio si fa uomo e, mentre i potenti tremano, i poveri, i pastori, gli emarginati, si lasciano afferrare dalla luce di Dio, perché sentono che la vera gioia di Dio è la pace in terra. I primi amici di Dio sono perciò dei pastori, degli emarginati senza casa, con solo una tenda di migranti. Dio si fa uomo per i tanti Abele che non hanno potuto gridare il loro sì alla vita, che hanno visto il sangue della loro innocenza, sparso nei solchi della storia. Ma si fa uomo anche per i tanti Caino, quel Caino che sono io, che è ognuno di noi, quel Caino che cerca sempre di far fuori il fratello. Dio nasce uomo, nasce uomo per te, nasce uomo per ciascuno di noi.
3. Un disegno di salvezza
Oggi è cominciata una nuova storia, ma tu devi dare ospitalità a Dio nella grotta del tuo cuore, Lui è felice di adagiarsi nel profumo dei tuoi peccati, non ti preoccupare se ti senti fragile paglia, Lui ama riposare in una mangiatoia. Dio si fa uomo perché tu, uomo, possa diventare Dio, non possedendo soldi, macchine, beni, ma lasciandoti possedere dal cielo, diventando abitante del paradiso che Dio con te vuole costruire sulla terra.
Dio ti affida la tela della storia, a te il compito di srotolarla. E pian piano, insieme a te, Egli compirà un disegno di pace, un disegno di salvezza. Se Dio si è fatto uomo, allora, la mia umanità è ancora bella, pur nelle striature del suo peccato. Se Dio si è fatto uomo, allora, anch’io devo innamorarmi di ogni uomo, di ogni persona, perché Dio si è fatto uomo per ogni uomo. Amare i miei fratelli, le mie sorelle significa farmi bimbo, bimbo come Lui, significa offrirmi con fiducia al sorridente abbraccio dei miei fratelli, significa non avere più avversari, ma avere accanto solo uomini.
Solo così potremo costruire un ponte fra il cielo e la terra e percorrere l’invisibile arcobaleno di Dio, perché a me è dato da questa notte, di riflettere i colori dell’amore di Dio. Da questa sera tutto è possibile, ma io devo credere che una nuova aurora sta sorgendo per me, pur nelle fitte tenebre della storia. Allora,
Buon Natale a te, fratello disoccupato;
Buon Natale a te, giovane smarrito;
Buon Natale a te, donna abbandonata da tuo marito;
Buon Natale a te, che stai ancora pensando, se dare vita o morte al bambino che lì, è vita in te;
Buon Natale a te, Dio, che ti sei fatto uomo per me.